Il contesto storico, l’armistizio in Italia e le conseguenze in Grecia

Lo sbarco delle truppe alleate, “operazione valanga”, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943 è stata la più grande operazione aeronavale del mediterraneo e la seconda, per importanza, di tutta la seconda guerra mondiale dopo lo sbarco in Normandia. 

Per la prima volta gli Alleati si riportano in forze sul Continente in quella che Hitler aveva definito la Fortezza Europa e Battipaglia è al centro di questa imponente azione.

Il grosso delle truppe infatti, costituito dal contingente di circa 100.000 inglesi, sbarca proprio sulle spiagge di Battipaglia che anche nei giorni successivi rimane un obiettivo strategico per entrambi schieramenti. Al centro di una congiunzione di assi stradali e ferroviari è particolare oggetto di contesa tra alleati e tedeschi, nel breve volgere di pochi giorni viene alternativamente occupata dagli eserciti rivali. 

Da Battipaglia parte l’ultimo tentativo di controffensiva dei panzer germanici

Al di la della sua rilevanza sotto il profilo militare l’operazione costituisce un unicum anche per i molteplici eventi che l’hanno accompagnata:

lo sbarco fu la prima operazione in cui l’esercito italiano e la nazione tutta non erano più considerate belligeranti dallo schieramento anglo americano a seguito dell’armistizio annunciato il giorno precedente. 

L’operazione segnò l’inizio della ritirata dell’esercito tedesco sulla linea Gustav a difesa di Roma l’occupazione del Centro e Nord Italia e successivamente la costituzione della Repubblica Sociale.

Lo status di non belligerante non riuscì a salvare la vita degli abitanti e le case di numerose città della piana stravolte dallo sforzo bellico in particolare alleato: Battipaglia, Altavilla, la strage dei bambini di Buccino e tante altre.

L’inizio delle operazioni diede l’impulso al manifestarsi della resistenza popolare talvolta al fianco delle truppe alleate, come a Sarno, e talvolta in maniera totalmente autonoma come nel caso delle celebri 4 giornate di Napoli che consentirono agli soldati americani e inglesi di entrare a Napoli senza colpo ferire. 

Salerno divenne nel corso del 1944 sede provvisoria del governo italiano e di fatto prima capitale della Nazione liberata.

Ma le conseguenze non si limitarono alla sola Italia. Il governo fascista era riuscito a contenere arresti e deportazioni in Italia e anche, in misura minore, nei paesi occupati dal Regio Esercito come appunto la Grecia. Cominciarono in Italia e si intensificarono in Grecia retate, arresti e deportazioni in danno di Ebrei ed oppositori.

I tedeschi misero in atto poi un’operazione in larga scala contro i militari Italiani rei di aver tradito la Triplice Alleanza.

In provincia di Salerno, nella stessa notte dello sbarco.  Il generale Vincenzo Ferrante Gonzaga, comandante della divisione costiera, fu il primo alto ufficiale italiano ucciso dai tedeschi per il rifiuto opposto di cedere le armi in dotazione al regio esercito.

In Grecia, a Cefalonia, si consumò nel mese di settembre l’eccidio della divisione Aqui mentre negli altri presidi in Grecia e Nord Italia seicentomila militari italiani furono disarmati e inviati nei campi di Concentramento in Germania. Molti di loro non fecero mai ritorno a casa.


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